Le giornate si allungano e avverto già i primi sentori di primavera. Così mi viene voglia di rimettermi in forma e pianificare la prossima escursione a piedi. Ci stai pensando anche tu?
Allora ti potrebbe interessare come arrivare al Rifugio San Pietro sul Monte Calino, sopra Riva del Garda.
Come molte delle cime intorno al Garda, anche questa riserva un premio inestimabile: la bella, bellissima vista che si gode dalla sua terrazza. Altrimenti, che cosa ci spingerebbe ad arrivare fino in cima alla montagna?
Lo so, ti ho già svelato il bello dell’itinerario, ma ci sono ancora molte cose da scoprire. Per esempio sulla flora che vedrai nel bosco, sulla chiesetta a fianco al rifugio e di sicuro vorrai sapere…come si mangia!
Procediamo con ordine, scoprendo come arrivare.
Partendo dal sentiero a valle
Si arriva al Rifugio San Pietro in poco più di 10 minuti. Un’escursione semplicissima, da fare in famiglia, in tutte le stagioni. Noi abbiamo addirittura azzardato questo tratto di percorso in passeggino ed è andato tutto liscio. Con un passeggino adeguato, s’intende: a tre ruote, molto grandi e ammortizzate. Altrimenti, poveri bimbi!
Come molti sentieri, l’uso è condiviso tra escursionisti e mountainbiker, nel nostro caso senza alcun intoppo. In piena estate può capitare che sia parecchio affollato, quindi se sali a piedi, attenzione ai ciclisti che scendono verso Tenno.
Partendo dal Lago di Tenno
Si può partire da più in basso, parcheggiare al Lago di Tenno, fare un breve giro intorno alle sue acque verdi e seguire le indicazioni per Canale-Calvola. Il piccolo borgo si trova a circa 600 metri sul livello del mare, ma per raggiungere il Rifugio San Pietro dobbiamo salire sino a 976 m.
A Canale di Tenno e Calvola l’atmosfera è magica, infatti si tratta di uno dei Borghi più belli d’Italia, con una storia medioevale ancora visibile nei portoni e nelle strutture delle case in pietra. Se hai tempo fermati un po’ e guardati intorno, ne vale la pena.
Per raggiungere San Pietro sul Monte Calino prendiamo il sentiero n. 406, fino ad arrivare alla strada asfaltata che ti ho descritto prima. In tutto ci si impiega circa 1 ora e mezza.
Quando salire al Monte Calino
Essendo una freddolosa di natura preferisco l’estate o meglio, la mezz’estate leggermente più fresca, per non sudare troppo. In ogni caso la primavera e l’autunno sono le stagioni ideali per concedersi una gita fuori porta o più in generale per dedicarsi al trekking, come a tutte le attività all’aria aperta.
Oltretutto d’inverno non è detto che il rifugio sia aperto quindi, prima di partire, ti consiglio di chiamare e semmai prenotare il tuo pranzo per tempo.
Per noi, a metà settembre non ce n’è stato bisogno. Gli escursionisti si rifocillavano numerosi, ma i tavoli si riempivano e svuotavano velocemente. La nostra attesa è stata breve e molto piacevole! Con un panorama così!
Il Trentino in tavola
Ad accoglierci in rifugio la simpatica famiglia Galvagni, che ci ha presentato le varie portate tutte molto “Trentino Style”: un tris colorato di canederli (agli spinaci, alle rape e classici), poi una polenta con formaggio alla piastra e funghi, il classico goulash (poco speziato per i miei gusti).
Per finire abbiamo scelto una crostata di ricotta al cioccolato, davvero deliziosa. La torta me la sono gustata anche di più…e puoi capire perchè 🙂
Tra orchidee, abeti e faggi
Se ti piace la botanica, il bosco ed i prati intorno al rifugio potrebbero fare al caso tuo: il mix di roveri, larici e abeti rossi unisce aspetti “mediterranei” a caratteristiche alpine.
Si dice che sia una “faggeta” travestita da “pecceta”: un bosco di faggi che ha le sembianze di una foresta di abeti rossi. I prati custodiscono diverse specie di orchidee ed altri fiori di montagna multicolori ben descritti nella segnaletica sul bordo del sentiero come la Salvia dei Prati, Barba di Becco, Lupinella e altre varietà. Da guardare e non raccogliere, mi raccomando.
La chiesetta di San Pietro
Le origini della Chiesa risalgono al XI secolo. Si tratta di un antico luogo di culto frequentato dalle genti di Riva del Garda, Tenno e del Lomaso. Un posto tranquillo, di spiritualità e silenzio, dove fermarsi un attimo a pensare. Non a caso fino alla metà del ‘700 era un eremitaggio al servizio di viandanti e montanari.
Appena dietro al Rifugio San Pietro si può visitare la casa del poeta Giacomo Floriani, famoso in zona per le sue rime in dialetto trentino, che così bene hanno saputo descrivere storie e tradizioni dei nostri nonni. Ancora oggi ricordo a memoria tutta la filastrocca lunghissima dedicata a “Santa Luzia” (la Santa Lucia che porta i doni ai bambini il 13 dicembre). Nella foto puoi leggere quella dedicata alla chiesetta di montagna.
Ora è giunto il momento di sdraiarsi sul prato a prendere il sole o di andare a giocare al piccolo parco giochi, attrezzato con scivolo e altalena.
Aspetto la bella stagione per ripetere l’esperienza, magari partendo da qualche punto più lontano. Ci vediamo in sentiero!
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