” Conosci tu la terra dove fioriscono i limoni,
gli aranci dorati rilucono fra le foglie scure,
una mite brezza spira dal cielo azzurro,
il mirto immoto resta e alto si erge l’alloro,
La conosci tu, forse ?
Laggiù, laggiù
Con te, amore mio, io vorrei andare.”
Così inizia una delle più celebri poesie di Goethe, ispirate dal famoso “Viaggio in Italia”.
Che cosa poteva comporre sulle sponde del Garda se non i versi più belli di tutta la sua opera?
Affascinato dallo spettacolo che lo accoglie descrive con grande emozione la natura intorno al lago, il panorama e le rigogliose piante di agrumi nelle limonaie.
Se non hai mai sentito parlare di “limonaie”, ti spiego subito che cosa sono: quelle strane costruzioni che ti capiterà o ti è già capitato di vedere tra Limone e Toscolano, un tempo zona d’eccellenza per la coltivazione di arance e limoni, oltre che il punto più settentrionale dove crescono.
La limonaia è un insieme di pilastri addossati alla roccia, racchiusi in quella sottile striscia di terra che sta tra la strada Gardesana e l’acqua.
Sembrano tante colonne di un templio incompiuto…e invece hanno un loro senso lì, a proteggere le piante dai freddi venti invernali.
Quando sono arrivati agrumi e limoni sul Garda?
Si dice che gli agrumi siano arrivati sulle sponde del lago dalla Riviera Ligure e che abbiano trovato la loro collocazione sul Garda Occidentale fin dall’inizio del ‘600. Una delle testimonianze si trova nella canonica di Limone: si tratta di un dipinto del 1658 raffigurante Sant’Antonio Abate, con i pilastri delle limonaie sullo fondo.
Ma già a metà del 1400 alcuni letterati scrivevano dei “rami frondosi di limoni e di cedri” nei pressi Gargnano e pare che siano stati i frati a coltivare i primi orti di agrumi proprio lì.
Le limonaie, architetture di altri tempi
Come è fatta una limonaia? Innanzitutto è una struttura semi chiusa su tre lati, per garantire l’esposizione delle piante a sud-est, cioè completamente verso il sole.
Per il resto è un quadrilatero di terra organizzato spesso su più piani (còle) collegate tra loro da una scaletta.
All’interno di questo spazio sono disseminate le colonne, opportunamente ricoperte a seconda della stagione da lastre di vetro e legno.
Si cominciava a montare le serre verso novembre per completare l’opera entro la fine del mese, in previsione delle brezze invernali.
Gli agrumi iniziano a soffrire quando le temperature si avvicinano agli zero gradi, il che rendeva necessario accendere qualche volta dei fuochi per scaldare le serre (in dialetto còle).
Coltiviamo!
I giardini di limoni vengono descritti nelle opere dei letterati del Settecento come veri e propri “giardini dell’Eden”, prosperi e rigogliosi, carichi di grandi frutti dalla scorza dorata. Ma che gran daffare la coltivazione degli agrumi: bisogna potare, irrigare, concimare, zappare e tenere pulito il terreno dall’erba…senza contare il montaggio e lo smontaggio delle serre!
Dovevano essere venduti a caro prezzi questi frutti d’oro! Per la raccolta dei limoni si saliva su appositi scalini o treppiedi, per poi riporli in borse in pelle e poi in grandi contenitori adatti al trasporto via barca.
Come sappiamo gli agrumi fioriscono più volte l’anno, ma i frutti non sono sempre uguali: i limoni di giugno e luglio sono i migliori, mentre quelli di maggio ed agosto più rugosi e meno pregiati.
Si vendevano anche i fiori, per mangiarli e conservarli o estrarne gli aromi profumati, si producevano profumi, scorze candite, succhi e confetture, li si impiegava per confezionare medicamenti ed essenze. Insomma, intorno al limone si era costruita una vera e propria economia.
Dal Garda alla Russia
Gli agrumi partivano via acqua dalla sponda occidentale del Garda fino alla Dogana di Torbole, per poi risalire da lì verso il Nord Europa, in Germania, Ungheria, Polonia e Russia in particolare.
Erano molto richiesti perchè godevano di costi e tempi di trasporto minori rispetto ai limoni del Sud Italia e della Liguria. Il trasporto però era una fase molto delicata, perchè doveva avvenire senza troppi scossoni, onde evitare che i frutti si deteriorassero.
Dalle testimonianze dell’epoca sembra che “la zona più a Nord di produzione dei limoni” (come per l’olio del Garda) fornisse un prodotto di qualità superiore, con frutti più grandi, scorza sottile, durevolezza. Caratteristiche molto apprezzate su tutti i mercati, stranieri e nazionali.
A metà Ottocento iniziò una crisi irreversibile che portò all’abbandono delle limonaie, fortunatamente compensata dalla costruzione della Gardesana qualche decennio dopo che portò l’avvento del turismo, settore trainante della costa occidentale del Garda ancora oggi.
Che fine hanno fatto le limonaie? Esistono ancora e sono visitabili!
Vediamo dove si trovano esattamente.
Da Limone a Gargnano: qualche consiglio per visitare le limonaie
Cominciamo dal paese più famoso, Limone sul Garda: qui le limonaie visitabili sono 3, la limonaia del Tesol, quella di Villa Borghi (all’inizio del paese) e la famosa Limonaia “del Castel”.
Quest’ultima era aperta durante la bellissima manifestazione eno-gastronomica “Suoni e Sapori” a Limone e ho potuto visitarla di sera. Un’ambiente ben conservato in posizione panoramica nel centro storico del paese. Se passi di qui mettila in agenda, tra un gelato e lo shopping vale sicuramente la pena fare un tuffo nel passato.
Tra Campione e Gargnano direttamente sulla Gardesana, si trova la “Limonaia Prà de la Fam” recentemente restaurata grazie all’intervento della Comunità Montana dell’Alto Garda. E’ quella che vedi nella foto sopra, chiusa con vetri e assi.
Gargnano è il paese con la tradizione più antica in fatto di limonaie e ne conta parecchie. Quelle visitabili sono la Limonaia Trevisani e Gandossi, recentemente anche La Malora, con visita guidata.
A Gardone Riviera c’è una limonaia addossata alla Chiesa di San Nicolò, mentre nel paese di Toscolano si trova una limonaia recentemente restaurata dal Comune.
Nonostante la Riviera dei Limoni sia quella parte di litorale da Limone a Salò, possiamo trovare una limonaia anche sull’altra sponda del lago, quella veneta: mi riferisco all’orto interno al Castello di Torri (ne ho già parlato nel post dedicato al castello).
Tu hai mai visitato una limonaia? Ti piacerebbe conoscere la zona più Nord di produzione dei limoni? Scrivi cosa ne pensi nei commenti.
Conosco queste limonaie sono stupende, anchio ne ho una bellissima si trova appunto
a Gargnano sulla strada che porta a Muslone. uno spettacolo da vedere.!
Grazie per il commento Mary! Magari un giorno avrò occasione di visitare anche la tua limonaia, che immagino sarà come un piccolo giardino segreto. Sei molto fortunata a possederne una. 🙂
Vorrei sapere se lunedì 18 sarebbe possibile visitare una limonaia.
Vi ringrazio!
Ciao Neshie, per giorni ed orari di apertura delle limonaie ti consiglio di chiamare direttamente l’Ufficio Turistico di Limone sul Garda (0365 954 720), Gargnano(0365 791243) o Toscolano (0365 644298). Alla prossima!